Nuovi cammini di evangelizzazione

Trasmettere la fede come Buona Notizia

Estratto dall’Araldo del 2016

La trasmissione della fede è una esigenza profonda della vita del cristiano, si trasmette ciò che si è ricevuto e che ha significato per me. Nella fede posso realizzare una vita piena di senso, sempre da scoprire e mai completamente raggiunto. Cosa abbiamo ricevuto? Ciò che noi abbiamo ricevuto è profondamente buono, abbiamo infatti ricevuto la buona notizia di essere figli per mezzo dello Spirito, di essere amati da Dio padre che in Gesù si dona completamente, di essere figli destinati alla vita piena con Lui che non finirà con la morte, di aver ricevuto da Lui ogni benedizione e grazia. Come si può contenere una cosa così bella? Questa buona notizia che scopro, questa relazione con il Signore che mi dà gioia, è entrata nella mia vita e fa parte del mio vivere di tutti i giorni. Ho iniziato un cammino con il Signore verso la gioia ed è divenuto parte di me. San Paolo dice “guai a me se non annuncio il Vangelo” cioè la buona notizia, diventa infatti una necessità annunciare questa bellezza, se non lo faccio è come se rinunciassi a qualcosa di me stesso, alla mia identità. Per questo la catechesi a Minerbio, è divenuta più vicina al cammino di fede: per riscoprire assieme la bellezza della vita con il Signore e assieme comunicarla tra di noi e a chi non la conosce.

C’è un episodio nella scrittura che riguarda l’apostolo Paolo. (At 17,16-32) Si trovava ad Atene perché doveva imbarcarsi per scappare verso Corinto. In questa città di grandi filosofi e pensatori, piena di statue di idoli, Paolo carico di fervore per Gesù trova il modo di farsi ascoltare per parlare di una buona notizia: vedendo un monumento al dio ignoto dice di conoscerlo, è il Dio creatore che tutto ha fatto, che dà vita e respiro ad ogni cosa. Tutti sembrano interessati, ma quando Paolo parla di conversione, di giudizio per mezzo di un uomo che Dio ha risuscitato dai morti, alcuni lo deridono, molti se ne vanno ma alcuni rimangono e credono. Mi pare che oggi la buona notizia annunciata da san Paolo agli Ateniesi corra lo stesso rischio ma in opposto: è talmente nota e conosciuta che quasi come una favola non è considerata per la sua portata nella vita quotidiana, non trova posto nei pensieri e nei desideri di molti. Spesso riteniamo di avere un «nostro modo di credere» di credere in un Dio «so che c’è e ci parlo per conto mio». Dio svelato da Gesù è relazione di amore con gli uomini, ci dice di voler essere amato amando il prossimo, colui che è vicino, il mio vicino di casa o la persona che incontro a fare la spesa, i colleghi di lavoro, la famiglia ecc. colui che è vicino ha bisogno di qualcuno che si fa vicino. Che non stia qui la felicità profonda e il senso del nostro vivere? Solo Gesù che è uomo e insieme vero Dio, può capire la nostra fragilità sino in fondo e tirarci su con Amore di amico affettuoso, fratello in ogni circostanza, ci porta in braccio quando proprio siamo a terra. Credere che è risorto è credere nella vita, quella vissuta per amore tra i fratelli, fonte di gioia perché non finisce. Questa Buona Notizia di Gesù, che Lui stesso è, che Lui stesso ci porta e che si racconta su di Lui, arriva a noi attraverso la rivelazione che Gesù fa di Sé, trasmessa a noi dagli Apostoli, dai primi testimoni che lo hanno visto e hanno vissuto con Lui, ancora oggi può raggiungere ogni persona attraverso questa catena di annuncio mai interrotta. Dio parla agli uomini e si rivela per mezzo della scrittura, testimoniata come Parola che diventa vita, dalle relazioni tra le persone che Dio stesso raduna come comunità e dalle relazioni nella vita quotidiana nel mondo. La Buona Notizia incontra coloro che hanno bisogno di riceverla, attraverso una trasmissione di ciò che a sua volta qualcuno ha ricevuto. L’incontro di questa Buona Notizia con la mia vita può generare una adesione di fede alla persona di Gesù, trovo in Lui il senso della vita, la via da percorrere, la speranza di una vita piena. La comunione di coloro che credono in Lui è la Chiesa, generata da Dio stesso, che in Gesù è pienamente realizzata. Nella trasmissione della fede, si continua a realizzare questa comunione e la manifestazione di Dio nel mondo. Allora per ciascuno di noi c’è una chiamata a trasmettere la Buona Notizia. Coraggio ciascuno dia la propria disponibilità.

Valerio Mattioli diacono

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