14 Febbraio 2021

MARCO 1,40-45

 

Se vuoi, puoi purificarmi …

Il Vangelo di oggi ci racconta di un lebbroso: nella cultura ebraica i lebbrosi erano considerati impuri, isolati e costretti a nascondersi e a gridare continuamente “Impuro, Impuro” (Lv 13,1-2), destinati a una non-vita, privati degli affetti e dalle normali relazioni.

Il distanziamento sociale era grande come la disperazione.

Bene, questo lebbroso però non teme di avvicinare Gesù, anzi con il coraggio della disperazione, senza nulla da perdere e con una Fede forse inconsapevole, si getta ai suoi piedi e dice una frase “Se vuoi, puoi purificarmi”. 

Se vuoi. 

Non gli chiede di farlo, ma è chiaro per lui che solo il Signore può guarirlo: guarirlo dalla malattia, ma anche dal peccato che quella malattia nella tradizione ebraica esprime. 

Il Signore se vuole può liberarlo dalla sofferenza, può purificarlo, renderlo nuovamente degno di una vita di relazione con gli altri. Al Signore basta vedere nel cuore del lebbroso, la sua sincera richiesta di aiuto: egli non nasconde il suo peccato, non copre quella che è considerata una colpa, fa conoscere al Signore la sua sofferenza e il Signore non lo condanna, ma mosso a compassione lo guarisce (Sal 31). Tende la mano, si avvicina: quanto è potente questa immagine! Anche oggi in cui, a causa della pandemia, non possiamo avvicinarci, in cui i contagiati dal Coronavirus sono a volte considerati i nuovi lebbrosi, ci rendiamo conto quanto è forte un semplice tocco, quanto ci risana la vicinanza! 

Come chiediamo al Signore che ci ascolti? Come chiediamo che si faccia vicino, che ci tocchi e ci risani quando soffriamo? Quando abbiamo interrotto i rapporti con i fratelli come se avessimo una lebbra che ci isola? Ci mettiamo in ascolto del Signore, riconoscendo sinceramente che anche noi siamo parte del “male del mondo” e che abbiamo bisogno del suo sostegno e della sua misericordia per camminare nella giusta direzione? Accettiamo che solo Lui possa aiutarci, se vuole?

“Se vuoi, puoi purificarmi”…se tu vuoi Signore… se mi guardi in lacrime ai tuoi piedi (Lc 7,44-48), se solo un brandello del tuo mantello mi sfiora, io sarò risanata (Mc 5,25-34)….

E non riuscirò a tenere dentro la gioia che mi riempie: dovrò correre in mezzo ai fratelli e gridare a gran voce che il Signore mi ha salvata! Che mi ha accolto di nuovo tra le sue braccia! Che sono tornata in vita, come il figlio minore nel racconto del Padre Misericordioso (Lc 15,11-32)!

Che festa avrà fatto quel lebbroso, finalmente riconciliato nella relazione con il Padre e i fratelli!

E che festa dobbiamo fare noi quando, finalmente rasserenati dalla Sua Parola, siamo in pace con Lui, con gli altri e con noi stessi!

 

Sandra

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