11 APRILE 2021 – II Domenica di Pasqua

Giovanni 20,19-31

Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!

L’Incredulità di san Tommaso – Dipinto a olio su tela realizzato tra il 1600 ed il 1601 da Caravaggio


Con una fisicità esasperata, Tommaso viene invitato da Gesù a infilare il dito fin sotto la pelle, ben dentro la ferita nel costato. L’espressione di Tommaso è sconvolta e stupefatta: si sta verificando in lui l’invito di Gesù a “non essere più incredulo, ma credente”. Gli apostoli partecipano con apprensione alla scena, come se a loro volta avessero bisogno della stessa conferma richiesta da Tommaso. Il gesto drammatico, i volti fortemente espressivi, coinvolgono l’osservatore, rendendolo partecipe all’avvenimento che Caravaggio con tanta sapienza descrive sulla tela.

EGLI E’ VERAMENTE RISORTO!

“Mio Signore e mio Dio!”: questo dipinto sull’incredulità di Tommaso evidenzia il nostro bisogno umano di vedere, di toccare, di toccar con mano che la morte non ci ha sottratto i nostri affetti per sempre! Gli sguardi dei tre apostoli ci ricordano che è nel toccare il nostro bisogno, bisogno di certezze, di concretezza, di conferma che l’altro è davvero qua, che non è sparito per sempre! E a questo nuovo linguaggio della sua “Presenza” – qui ed ora con noi – a prescindere dalla sua visibilità è finalizzato tutto l’insegnamento di Gesù nei giorni della Resurrezione.

Tommaso, detto Didimo, che significa “gemello”, è del resto nostro gemello in questa esigenza di toccar con mano, di accertarsi, di capire – con occhi e tatto – che la Vita non muore, che anzi non muore la Persona di Gesù, ma è più viva che mai, perché è risorto e non risuscitato, ossia è vittorioso sulla morte e  non ritornato semplicemente alla vita umana di prima!

Ma la conversione a questa dimensione nuova è molto difficile. “Non ci credi ancora?” sembra dirgli Gesù. Le fronti corrugate dei tre apostoli sono ancora intente in questa constatazione, che deve adesso passare dai loro sensi al loro cuore: non hanno infatti ancora ricevuto una ulteriore grazia di certezza e di liberazione da ogni altra necessità di verifica, quale sarà quella che li condurrà a testimoniare, nella pienezza di una forza superiore, il Risorto “fino agli estremi confini della terra”(Atti 1,8)

Tommaso apostolo morirà, in India meridionale, colpito da un colpo di lancia, un tipo di ferita  simile a quella di Gesù, che ne aveva determinato la conversione.

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